Pubblicato il Dm Mite con la lista degli interventi ammessi alla misura Pnrr. Record in Veneto. Aggiudicazioni entro il 31 dicembre
A fronte di 328 candidature sono solo 176 i progetti di intervento sulle reti fognarie in vari comuni d'Italia finanziati dal Pnrr con 600 milioni di euro nell'ambito della misura 2 componente 4 (Investimento 4.4 Investimenti in fognatura e depurazione). La lista dei progetti si legge nel decreto del ministero della Transizione ecologica che ha concluso il lungo e complesso iter che ha portato alla selezione dei progetti. Il decreto è stato pubblicato su sito del Mite dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti (lo scorso 1 settembre). I progetti - pena il definanziameto - dovranno essere aggiudicati entro il 31 dicembre di quest'anno e completati in alcuni casi entro il 30 giugno 2024 e in altri casi entro il 31 marzo 2026. L'individuazione e la selezione delle iniziative non sono state semplici. Le Regioni hanno chiesto più volte una dilazione della scadenza per la presentazione di progetti da candidare al finanziamento: l'inizale termine del 23 agosto 2022 è stato portato al 30 settembre 2022 e poi ancora alla fine dell'ottobre successivo. La commissione ha ammesso al finanziamento solo 176 progetti su 328, di cui 64 in regioni del Centro Sud e 112 in regioni del Centro Nord. Il decreto informa che 28 progetti non sono stati ammessi perché non in possesso dei criteri richiesti. Altri 20 progetti non sono stati ammessi perché in eccedenza rispetto ai limiti di finanziamento di ciascuna regione. Nulla si dice sulla sorte degli altri 104 progetti candidati e non finanziati.
Le regioni hanno utilizzato quasi sempre tutte le risorse assegnate, ma non mancano eccezioni. La più vistosa è quella della Valle d'Aosta che ha visto respinto il suo unico progetto di circa 3 milioni di euro, equivalente al finanziamento assegnato, perdendo così questa opportunità. In quasi tutti i casi i progetti hanno esaurito la quota di fondi assegnata a ciascuna Regione. In alcuni casi la dote non è stata sfruttata in pieno. La Calabria, per esempio, con sette progetti, si ferma a circa 20,8 milioni su 24,7 di riparto assegnato. Anche l'Umbria si ferma a 14,5 milioni circa con sette progetti su 15,5 milioni di riparto assegnato. Stessa cosa nelle Marche, che totalizzano 15,6 milioni circa con otto progetti su una dote assegnata di 18,6 milioni di euro. Differenza più piccola in Emilia Romagna che arriva a 33,8 milioni con 10 progetti su 34,4 milioni disponibili.
Ma è accaduto anche il fenomeno opposto, cioè che il valore di progetti ammessi sia superiore alla dote concessa. È il caso per esempio del Veneto che con i suoi 22 progetti ammessi - il numero più alto tra le regioni - somma un investimento di 43,6 milioni circa rispetto a una dote assegnata di 39,7 milioni. Stessa cosa in Campania, che con 14 progetti somma 59,2 milioni di euro a fronte dei 57,4 assegnati. Sforamenti più lievi anche in Piemonte e Basilicata. Tra i progetti non ammessi a causa del mancato rispetto dei criteri, sono rappresentate molte regioni a cominciare da Marche (7 progetti) e Campania (6 progetti), seguite da Veneto (4), Sicilia (3), Lombardia (2) e poi da Lazio, Molise, Piemonte, Liguria e, infine, la citata Valle d'Aosta, con un progetto non ammesso per ciascuna. Tra le regioni che sono rimaste fuori a causa del superamento della quota di fondi assegnati spiccano la Toscana (con otto progetti) e il Piemonte (quattro progetti).
(Fonte: ilsole24ore.com)