Il Servizio bilancio: chiarire la data di entrata in vigore delle norme. Ance: no alla retroattività. E Buia rilancia le modifiche necessarie alle proroghe in manovra
L’introduzione della nuova disciplina in materia di valori massimi prevista dal decreto legge anti-frodi per i bonus edilizi, la cui decorrenza dovrà essere specificata con decreto del Mite, «potrebbe generare incertezze e conseguenze applicative suscettibili di dar luogo a contenziosi nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, in ordine alla misura della spettanza del beneficio». Lo rileva, come anticipato da Radiocor, il servizio Bilancio del Senato nella nota sul provvedimento, osservando che gli interventi rientranti nel superbonus 110% e negli altri bonus edilizi «possono richiedere per la realizzazione, in ragione della loro complessità, un arco temporale significativo nell’ambito del quale potrebbe sopravvenire l’applicazione della nuova disciplina in materia di valori massimi». Nel dossier si propone di «valutare se non sia il caso di riferire l’applicazione dei nuovi valori massimi ai soli interventi che saranno avviati dopo l’adozione del decreto (ad esempio prendendo a riferimento, a tal fine, la data di rilascio dei titoli abilitanti l’intervento (Cila, Scia etc.) ovvero prevedere altri parametri che possano dare certezza ai contribuenti in ordine al quadro giuridico applicabile all’epoca dell’avvio dei lavori o degli interventi».
Sullo stesso punto è intervenuto venerdì il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, nel corso di un’audizione sulla manovra. «Abbiamo accolto con favore - ha detto Buia - la decisione del governo, nel recente decreto frodi, di estendere l’applicazione dei prezzari a tutti i bonus, per evitare aumenti e comportamenti illeciti. «Occorre però rivedere - ha detto Buia - le modalità di entrata in vigore della norma perché così come pensata rischia di causare rallentamenti o blocchi delle operazioni in corso. Pertanto, fermi restando i giusti controlli preventivi, è necessario che la norma non sia retroattiva e che quindi la decorrenza delle nuove disposizioni sia relativa ai lavori avviati dopo il 12 novembre».
Ma l’audizione era, appunto, sulla manovra e quindi Buia ha indicato un elenco di modifiche necessarie per le proroghe al Superbonus.: 1) proroga oltre giugno 2022 anche per gli interventi «trainati» delle singole unità immobiliari; 2) estensione degli interventi sulle villette al 31 dicembre 2022 nel caso in cui al 30 giugno si sia raggiunto il 60% di avanzamento lavori ma eliminando sia il rilascio del provvedimento abilitativo al 30 settembre 2021, sia la soglia Isee di 25mila euro per il reddito del proprietario; 3) inclusione nella proroga al 31 dicembre 2023 ai soggetti agevolati che svolgono un’attività sociale; 4) favorire la rigenerazione urbana prorogando al 2024 la disposizione che prevede l’applicazione delle imposte d’atto in misura fissa per l’acquisto di immobili destinati alla demolizione e ricostruzione o alla ristrutturazione. L’Ance ha inoltre insistito su un punto centrale della propria posizione: obbligo di qualificazione per le imprese che effettuano i lavori.
L’audizione dell’Ance ha immediatamente ridato fuoco alle polveri parlamentari sul delicatissimo nodo delle proroghe ai bonus edilizi. I primi a saltare sull’audizione di Buia sono stati i Cinque stelle, che hanno riproposto tutte le modifiche, per altro largamente condivise da tutte le forze politiche, a partire dall’eliminazione del tetto Isee per le villette unifamiliari. Ma il tono dei senatori M5s delle commissioni Industria e Lavori pubblici del senato sono andati anche oltre. «È il momento - scrivono in una nota - di fare scelte chiare: la maggioranza deve decidere se credere in questa misura o no. Tenerla con una formula depotenziata non ha senso».
(Fonte: ilsole24ore.com)