Meno agevolazioni sulle seconde case. Con il rischio, per chi effettuerà lavori di ristrutturazione dal prossimo anno, di incappare in un aumento di pressione fiscale a causa degli sconti meno vantaggiosi e del nuovo tetto per le spese detraibili. Utilizzando un termine giuridico, è l’effetto di un combinato disposto: da un lato, la riduzione dell’aliquota di agevolazione dal 50 al 36% che riguarderà le seconde case e, dall’altro, le soglie per fasce di reddito e dimensione del nucleo familiare che finiranno, comunque, per assottigliare il risparmio fiscale.
Le unità immobiliari colpite dal taglio dal 50 al 36% dello sconto fiscale per le ristrutturazioni saranno potenzialmente circa 10 milioni, come risulta dalle ultime statistiche del dipartimento delle Finanze e dell’agenzia delle Entrate. Da quei numeri emerge che le abitazioni residenziali locate sono circa 3,6 milioni, quelle concesse in uso gratuito sono poco meno di 800mila e, infine, quelle lasciate a disposizione del loro proprietario, senza utilizzi particolari, sono 5,7 milioni.
In tutti questi casi da gennaio il bonus ristrutturazioni al 50% sarà inaccessibile, ma andrà utilizzato quello al 36% in caso di lavori di manutenzione straordinaria. Il motivo è che la nuova legge di Bilancio assegnerà uno sconto più elevato a chi interviene con opere sulla sua abitazione principale, usando esattamente lo stesso concetto proprio della tassazione Imu. Semplificando, viene considerata abitazione principale quella nella quale un soggetto ha la residenza e la dimora abituale. Non avrà, invece, nessuna rilevanza la definizione di prima casa utilizzata per le agevolazioni sulle imposte di registro, al momento dell’acquisto.
Quindi, chi ristruttura la casa nella quale vive e risiede non avrà problemi particolari a portare in detrazione il 50% sempre considerando i nuovi vincoli legati a reddito e composizione del nucleo familiare. Più problematico un caso diverso: quello, molto frequente, di chi ristruttura subito dopo l’acquisto, senza avere mai abitato nell’immobile e senza averci trasferito la residenza. Non potrà avere lo sconto pieno chi è in affitto: anche se, trattandosi di lavori solitamente a carico dei proprietari, si tratta di una situazione insolita. Da analizzare, una volta che il testo sarà consolidato, qualche caso a metà strada. Ad esempio, quello di chi ha un immobile in uso gratuito (magari dai genitori) e, da residente, effettua lavori di ristrutturazione, non avendo la proprietà. In teoria, il 50% dovrebbe essere accessibile.
Sia sulle prime che sulle seconde case, poi, andrà misurato l’effetto del nuovo tetto per le spese detraibili. In alcune situazioni, infatti, questo plafond rischia di falcidiare in maniera importante i massimali e gli sconti attualmente disponibili, tramutandosi di fatto in un aumento della pressione fiscale rispetto al fatto che gli stessi lavori avrebbero potuto essere agevolati in modo più corposo se pagati entro la fine 2024. In ogni caso, le verifiche andranno effettuate alla luce della versione finale del testo trasmesso in Parlamento. Prendendo l’esempio della prima fascia di reddito fino a 50mila euro, con un contribuente single, il limite massimo di spese detraibili sarà di 4mila euro. Vuol dire che il solo bonus mobili, se utilizzato per il suo intero massimale di 5mila euro di spesa, andrà a riempire tutta la capienza disponibile. A quel punto, l’aliquota del 50% per il bonus ristrutturazioni (in aggiunta al bonus mobili) diventerà solo teorica, perché sarà inutilizzabile.
Questo, ovviamente, è un caso limite, però potrebbe essere frequente l’ipotesi di contribuenti che non riescano a sfruttare in maniera completa gli sconti ai quali avrebbero diritto. E i bonus casa potrebbero uscirne molto penalizzati, perché vengono per la prima volta inclusi in un meccanismo di questo tipo: del resto la stretta introdotta nel 2020 per i redditi a partire da 120mila euro, con un azzeramento una volta raggiunti i 240mila euro di reddito, riguardava soltanto le detrazioni al 19% (ad eccezione delle spese sanitarie e degli interessi passivi sui mutui). Quindi, teneva fuori l’universo delle ristrutturazioni.
(Fonte: ilsole24ore.com)