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Fiscalità e lavoro

Ape sociale, scende a 30 anni la soglia d'accesso dei lavoratori edili

 Maggioranza e governo sono a un passo dall’intesa per modificare la manovra all’esame del Senato

Un primo ritocco all’Ape sociale in attesa di capire il destino del confronto tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni per il dopo Quota 102. Maggioranza e governo sono a un passo dall’intesa per modificare la manovra all’esame del Senato facendo scendere da 36 a 30 anni la soglia contributiva per l’accesso all’Anticipo pensionistico sociale dei lavoratori edili. In questo modo, tra l’altro, verrebbe recepita l’indicazione arrivata nelle scorse settimana dalla Commissione tecnica sui lavori gravosi, presieduta da Cesare Damiano. E a parlare della possibilità di migliorare su questo punto il disegno di legge di bilancio era stato a più riprese anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Ma gruppi parlamentari, che hanno presentati vari emendamenti per rafforzare l’Ape sociale, restano in pressing per rendere più marcata la correzione. Tra i ritocchi “segnalati” all’esame della commissione Bilancio di palazzo Madama c’è una proposta di modifica di Leu che punta a fissare lo stesso requisito contributivo dei 30 anni per operai edili, ceramisti e altri. La Lega invece propone di includere tra le attività particolarmente usuranti gli operai dell’edilizia, dell’industria estrattiva e altri. Anche un emendamento di Italia viva è finalizzato a far rientrare nel bacino dei lavori usuranti i «manovratori di impianti a fune, lavoratori che operano negli impianti a fune ed in particolare nelle attività di ispezione e manutenzione, conduzione mezzi battipista e motoslitte, innevamento artificiale, conduzione di mezzi d’opera e servizio di soccorso sulle piste». È chiara insomma l’intenzione di ampliare la platea.

Il punto di partenza per individuare una soluzione condivisa restano comunque i due correttivi presentati da Pd e M5S, che prevedono la possibilità per gli edili di utilizzare l’Ape sociale con 30 anni di versamenti e 63 anni di età anagrafica. Il costo stimato della modifica è di 2,7 milioni nel 2022 e 3,8 milioni nel 2023. E il capogruppo del Pd in commissione Bilancio, Daniele Manca, si dichiara ottimista sul via libera a questo ritocco, visto con favore anche dai sindacati. Che si attendono però di confrontarsi con il governo sugli interventi da adottare per il sistema pensionistico una volta che, alla fine del prossimo anno, si sarà esaurita la Quota 102 introdotta dal governo con la legge di bilancio. Il tavolo si sarebbe dovuto uffcialmente aprire la prossima settimana, ma la decisione di Cgil, Cisl e Uil di proclamare lo sciopero generale contro la manovra per giovedì prossimo potrebbe avere una ricaduta diretta sulla tempistica del confronto. Nella maggioranza soprattutto il Pd si augura che il dialogo possa ripartire in tempi rapidi. Anche se quello delle previdenza è un terreno su cui non appare semplice raggiungere una sintesi tra la richiesta di Cgil, Cisl e Uil di una marcata flessibilità in uscita, già dai 62 anni d’età, e il paletto fissato da Mario Draghi per far rientrare qualsiasi misura correttiva nel solco del sistema contributivo.

 

(Fonte: ilsole24ore.com)

 

 

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